Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Trentin Bruno
Titolo: Diario di guerra
Editore: Donzelli
Poco dopo la sua morte, avvenuta un anno fa, la compagna di Trentin, la giornalista e scrittrice francese Marcelle Padovani, ha rinvenuto nel fondo di un cassetto un piccolo quaderno nero, forse dimenticato: in esso era contenuto un diario di guerra del diciassettenne Bruno, figlio dell’antifascista Silvio che era emigrato in Francia dopo l’avvento del fascismo; proprio in Guascogna, nel 1926, era nato Bruno: educato in Francia e seguace fedele del padre e delle sue idee, il giovanissimo Trentin ritorna in Italia pochi giorni prima dell’8 settembre: a Treviso verrà subito arrestato per attività sovversive e si convincerà dell’ineluttabilità della lotta partigiana per liberare il paese dalla dittatura nazi-fascista. Il diario, scritto in francese e corredato da ritagli di giornale, cartine, sottolineature è un documento prezioso per la ricostruzione storica di un momento così travagliato e complesso della nostra storia. La nitidezza della calligrafia, la straordinaria precocità dell’autore, la chiarezza delle sue analisi, fannno già pensare al futuro sindacalista e uomo politico impegnato nelle lotte per i diritti della persona, per la libertà come supremo valore, da non barattare mai, neppure nelle più dure trattative sindacali che Trentin affronterà negli anni trascorsi come segretario della Fiom. Questo piccolo libro, risulta un contributo efficace ed assolutamente originale da indicare ai più giovani, come testimonianza viva dell’impegno sul campo di chi ha contribuito alla rinascita della nazione e della democrazia.
Voto: 4 / 5

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